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L’export dell’Emilia-Romagna tra dazi, Trump e instabilità geopolitica

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L’export dell’Emilia-Romagna tra dazi, Trump e instabilità geopolitica

                                 
L’effetto Trump sui mercati internazionali, il possibile rischio di guerre commerciali e l’aumento di episodi di violenza politica. Come possono le aziende dell’Emilia-Romagna affrontare le complessità del nuovo scenario globale, cogliendo le grandi occasioni che export e internazionalizzazione possono offrire? Quali le geografie su cui puntare?

È da queste domande che ha preso le mosse il 15 maggio 2018 a Bologna il convegno “L’export dell’Emilia-Romagna tra dazi, Trump e instabilità geopolitica” organizzato in collaborazione con Confindustria Emilia-Romagna, da SACE SIMEST, il Polo dell’export e dell’internazionalizzazione del Gruppo CDP, per presentare la Country Risk Map 2018.

Al centro dell’evento, le testimonianze delle aziende protagoniste dell’export bolognese – Ducati Energia, Ferretti Group e Mae – che si sono confrontate con gli esperti di SACE SIMEST sulle strategie per affrontare i mercati internazionali.

Nel 2017, con quasi 60 miliardi di beni venduti all’estero (+6,7% rispetto all’anno precedente), l’Emilia-Romagna è la terza regione italiana esportatrice. Le geografie di destinazione sono un buon mix di mercati dell’area Ue (57,4%) ed extra-Ue (42,6%). Tra i primi, Francia, Spagna e Polonia hanno garantito ottime opportunità alle imprese internazionalizzate della regione, ma segnali incoraggianti sono arrivati anche dai mercati ad elevato potenziale che presentano un livello di rischio medio-basso, così come evidenziato nella Country Risk Map. È il caso ad esempio di alcuni importanti player del continente asiatico (Cina, Giappone e Corea del Sud) e dell’America Latina (Brasile, Messico e Perù), geografie che continueranno a rappresentare una fonte di domanda importante per i prodotti Made in Italy anche in futuro.

“Per sostenere l’impegno delle piccole e medie imprese all’estero – ha dichiarato Pietro Ferrari, Presidente di Confindustria Emilia-Romagna – occorre favorire un accesso più semplice, integrato ed efficace a tutti gli strumenti e servizi assicurativi e finanziari disponibili. Il sistema regionale Confindustria è a fianco delle imprese, con il supporto di Regione, ICE Agenzia e SACE SIMEST, per accrescere le competenze delle aziende e accompagnarle sui mercati. È importante rafforzare gli strumenti che favoriscono forme di presenza più stabile all’estero e, in generale, promuovere politiche e strumenti, anche di stimolo fiscale, che favoriscano fusioni, accorpamenti e aggregazioni tra aziende”.
 
L’Emilia-Romagna, terza regione italiana per vendite all’estero, è un motore importante dell’export italiano – ha dichiarato Alessandro Decio, Amministratore Delegato di SACE –. Crediamo però che il potenziale della regione sia ancora più ampio, grazie alle eccellenze in tanti settori, a una economia viva, diversificata e coesa. Coltiviamo l’ambizione di mettere a disposizione di un numero maggiore di imprese emiliane e romagnole le soluzioni SACE SIMEST con l’obiettivo di continuare su questo percorso di crescita che speriamo possa accelerare di più quest’anno, anche grazie al nostro impegno. Per raggiungere insieme questo traguardo siamo pronti a lavorare e a dare il massimo per le aziende e gli imprenditori di questa regione”.

Solo nell’ultimo anno, il Polo SACE SIMEST ha servito 1.600 aziende dell’Emilia Romagna, in prevalenza PMI, mobilitando circa 1,4 miliardi di euro di risorse a sostegno di export e investimenti all’estero.  

 

SACE Risk Map | Settori e mercati di opportunità per l’export dell’Emilia-Romagna
L’Emilia Romagna è la terza regione esportatrice a livello nazionale, con quasi 60 miliardi di beni esportati. Il 2017 è stato un anno positivo per l’export del territorio, in aumento del 6,7% rispetto all’anno precedente. Alcuni settori hanno registrato tassi di crescita anche superiori, come ad esempio la meccanica strumentale, che conta circa il 30% del totale venduto all’estero e che ha fatto segnare un +7,1%. Hanno chiuso con il segno più anche il secondo e il terzo settore di esportazione della regione, ovvero mezzi di trasporto (+6,3%) e tessile e abbigliamento (+4,9%). Il 2017 è stato un anno favorevole anche per prodotti in metallo (+11,4%), prodotti chimici (+10,9%), apparecchi elettronici (+14,7%) e apparecchi elettrici (+7,9%): si tratta di settori che rappresentano oltre il 20% del totale esportato dall’Emilia Romagna. 
Tra le principali geografie di destinazione, nel 2017 sono aumentate in misura significativa le esportazioni verso la Francia (+9,1%), la Spagna (+8,6%), la Polonia (+12,8%), la Cina (+20,4%) e la Russia (+13,9%). Sono invece emerse difficoltà nei mercati dell’area Medio Oriente e Nord Africa e nell’Africa subsahariana, ovvero in quei Paesi con economie poco diversificate che risentono ancora dei bassi prezzi delle materie prime. 
Per il futuro le migliori opportunità proveranno: per la meccanica strumentale, dalla Cina, dagli Emirati e dalla Repubblica Ceca; per i mezzi di trasporto, dagli Stati Uniti e dal Giappone; per il tessile e abbigliamento, dalla Polonia e dalla Corea del Sud; per i prodotti alimentari dalla Romania e dalla Polonia; per l’industria della gomma e della plastica dalla Spagna e dalla Cina. 
Il 2018 si presenta come un anno favorevole per il commercio internazionale e quindi per l’export del Bel Paese, grazie a una crescita mondiale che non accenna ad arrestarsi e alla ripresa degli investimenti globali. Tuttavia aumentano anche i rischi al ribasso in virtù delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, che potrebbero coinvolgere anche l’Unione europea. Al momento i Paesi del mercato unico hanno goduto di una esenzione (fino al 1° giugno) dai dazi su acciaio e alluminio varati dall’amministrazione Trump e le prossime mosse del Presidente americano potrebbero avere un impatto sull’andamento del commercio internazionale e, di conseguenza, ripercussioni sulla performance dell’export italiano.

 

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