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CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA | L'analisi e le previsioni di Confindustria Emilia-Romagna, Unioncamere Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo

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CONGIUNTURA EMILIA-ROMAGNA | L'analisi e le previsioni di Confindustria Emilia-Romagna, Unioncamere Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo

 

Confindustria Emilia-Romagna: Peggiora il clima di fiducia per la seconda metà del 2023. L’economia regionale rallenta il ritmo di espansione. Consumi e investimenti risentono degli alti tassi di interesse, l’export è in frenata, tiene l’occupazione. Dalla rimodulazione del PNRR ci attendiamo risorse per gli investimenti delle imprese

Unioncamere Emilia-Romagna: I numeri mostrano un sensibile rallentamento dell’economia regionale, analogamente a quanto avviene in larga parte del mondo. Incidono dinamiche congiunturali, come l’inflazione che permane su valori elevati, così come affiorano aspetti di natura strutturale che necessitano di essere ripensati per intercettare e portare a valore le grandi transizioni in atto

Intesa Sanpaolo: In Emilia-Romagna prestiti alle imprese in calo nel secondo trimestre 2023 (-3,2% anno su anno a giugno) ma meno intenso del -5% a livello nazionale. La migliore performance è spiegata dai prestiti all’industria. A fronte del minore ricorso al credito, è proseguito l’utilizzo di risorse dai depositi delle imprese, ma in misura moderata. La disponibilità di liquidità delle imprese rimane molto ampia nel confronto storico

 

«Le previsioni delle imprese da qui a fine anno – ha dichiarato la Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Annalisa Sassi in occasione della conferenza stampa del 28 settembre 2023 di presentazione dell'indagine congiunturale e delle previsioni per i prossimi mesi – confermano il peggioramento del clima di fiducia degli imprenditori.  L’industria dell’Emilia-Romagna dimostra una buona capacità di tenuta, ma le variabili esterne sono sempre più incerte e anche la proiezione al 2024 mostra un quadro difficile. L’economia dell’area euro, in un contesto geopolitico mondiale complesso, continua ad essere penalizzata dal costo dell’energia. In Italia imprese e famiglie devono fare i conti con inflazione e costo del credito elevati, che deprimono gli investimenti.

Il quadro generale di incertezza, gli alti tassi di interesse e il rallentamento della domanda – sottolinea la Presidente – stanno rallentando gli investimenti nel nostro territorio, che risente anche delle ricadute negative delle alluvioni di maggio. In una fase di transizione come questa gli imprenditori devono essere nelle condizioni di investire sempre di più. Per questo contiamo che la rimodulazione del PNRR consenta di sostenere gli investimenti delle imprese, che non troverebbero altrimenti spazio nella Finanziaria».

L’indagine semestrale sulle previsioni delle imprese, realizzata da Confindustria Emilia-Romagna in collaborazione con le Associazioni e Unioni Industriali della regione, evidenzia un forte raffreddamento rispetto ad inizio anno.

Solo il 28% degli imprenditori prevede un aumento della produzione da qui a fine anno, ma con un saldo ottimisti-pessimisti molto ridimensionato: 9 punti rispetto ai 23 punti di inizio 2023. Il 53% si aspetta un andamento stazionario. Negative le aspettative sull’andamento degli ordini dall’estero, attesi in crescita dal 20% delle aziende, con un saldo ottimisti/pessimisti di -4,9 punti (era 20 punti ad inizio 2023). Sostanzialmente stazionarie le previsioni sull’occupazione, con tre imprenditori su quattro che non si attendono cambiamenti, ma il saldo ottimisti pessimisti che scende a 10 punti rispetto ai 22 di inizio anno.

Maggior pessimismo tra le medie imprese rispetto alle piccole e grandi, in un contesto di generale ridimensionamento  delle aspettative su produzione e ordini. Rispetto ai settori la produzione è attesa in crescita nell’alimentare, nelle macchine elettriche, nella carta/stampa, mentre sono negative le previsioni dei settori tessile/abbigliamento, gomma plastica, ceramica e chimica.

L’indagine di Confindustria Emilia-Romagna ha coinvolto un campione di 428 imprese associate appartenenti ai settore manifatturiero e servizi, per un totale di oltre 60.000 addetti con un fatturato complessivo di circa 23 miliardi di euro, di cui 8,3 proveniente dall’estero.

 

In allegato il comunicato stampa integrale