Twitter icon
LinkedIn icon
YouTube icon
RSS icon

L’indagine semestrale di Confindustria Emilia-Romagna

News

Twitter Linkedin Condividi

L’indagine semestrale di Confindustria Emilia-Romagna

 

Il rimbalzo dopo il lock down è stato migliore delle attese soprattutto nel manifatturiero. Il contesto generale rimane critico. Si conferma una forte incertezza dello scenario economico per la seconda parte dell’anno.

Il recupero sarà probabilmente più lento e difficile - Permangono condizioni di incertezza che rendono difficile fare previsioni sul ritmo della ripresa, ma è probabile che il ritorno ai livelli precrisi richiederà tempi più lunghi di quelli prospettati finora. Difficile pensare ad un recupero del terreno perduto prima del 2023.

Le previsioni emerse dall’indagine di Confindustria Emilia-Romagna confermano una forte incertezza dello scenario economico per la seconda parte dell’anno.

Il 32,1% delle imprese (dati rilevati prima dell’estate) ha aspettative di miglioramento per la seconda metà dell’anno, il 37,7% ritiene che il contesto rimarrà stazionario e continuerà ad essere caratterizzato da dinamiche difficili per produzione e ordini; il restante 30,2% si aspetta un peggioramento ulteriore della situazione economica. Saldi fra ottimisti e pessimisti, solitamente su valori positivi di 10-15 punti, sono nulli o negativi per produzione, ordini e occupazione.

Mercato del lavoro. Disoccupazione al 4,6% nel 2°trimestre – Nel mese di giugno 2020 le attivazioni dei rapporti di lavoro nell’industria sono risalite al 74,6% del livello registrato a febbraio (ossia prima del «lockdown») e quelle nei servizi al 69,9%.

Nel 2° trimestre 2020 l’occupazione in regione ha subito un calo pari a -69 mila occupati, scendendo a 1.988 mila (rispetto al 2° trimestre 2019). Il tasso di disoccupazione si attesta al 4,6% (media italiana 7,7%), il tasso di occupazione al 68,7% (media italiana 57,5%).

Fonte: elaborazioni Confindustria Emilia-Romagna su dati ISTAT

Export regionale -14,2% nel 1° semestre 2020, media Italia – 15,3% - Nel periodo gennaio-giugno 2020 l’Emilia-Romagna ha esportato beni e servizi per 28.352 milioni di euro, 4,7 miliardi in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-14,2%). Con una quota del 14,1%, l’Emilia-Romagna conferma e rafforza la seconda posizione per peso sull’export nazionale alle spalle della Lombardia.

È nel secondo trimestre dell’anno che si manifesta il vero impatto della crisi Covid-19 sulle esportazioni, con una variazione per la nostra regione di -25,3%, comunque più contenuta rispetto a Veneto (-25,4%), Lombardia (-26,9%), Piemonte (-25,7%) e andamento medio nazionale (-27,8%).

Contrazioni significative verso Regno Unito, Francia e Cina - Tra i principali mercati di sbocco dell’export regionale il Regno Unito ha subito la contrazione più pesante, lasciando sul terreno quasi un quarto degli scambi, seguito da Francia (-15,9%), Stati Uniti (-13,9%) e Germania (-9,3%). In ambito extra UE cali importanti verso Cina (-19,3%) e Russia (-13,9%).

Fonte: elaborazioni Confindustria Emilia-Romagna su dati ISTAT      *peso sul totale regionale