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PATTO PER IL LAVORO - DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE MARCHESINI

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PATTO PER IL LAVORO - DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE MARCHESINI

 

 

Articolo Il Sole 24 Ore *
21 luglio 2016

Dietro al recupero di posti di lavoro e di ricchezza in Emilia-Romagna c'è la spinta dell'innovativo Patto per il lavoro siglato un anno fa dalla Giunta di Stefano Bonaccini e da tutte le forze economico-sociali del territorio: 50 firmatari, dalle organizzazioni datoriali come Confindustria ai sindacati, dalle università agli enti locali.

Il tasso di disoccupazione sta scendendo dall'8,4% del 2013 al 7% atteso a fine anno; nel primo trimestre 2016 si sono registrati 35 mila nuovi occupati (in prevalenza laureati e diplomati, a conferma della migliore qualificazione del lavoro); il Pil corre oltre la media nazionale (+1,3%) e si prevede tornerà nel 2017 ai livelli pre crisi . 

La crescita dell'occupazione (l'«ossessione» del Presidente sin dal suo insediamento nel dicembre 2014) è l'esito di una "cura" ecumenica di politica industriale anti-ciclica suggellata lo scorso 20 luglio 2015 a Bologna con l'obiettivo di fare della via Emilia un ecosistema ad alta in novazione, infrastrutturazione e competitività, in grado di attrarre investitori e talenti internazionali ed esportare nel mondo il made in Emilia. 

Per finanziare la terapia sono stati messi in pista i 5 miliardi di euro di investimenti tra fondi europei, statali e regionali per il periodo 2015-2020:  1,1 miliardi sono già stati impegnati e 13,5 già programmati.

«Iniziamo già a misurare i primi risultati - commenta l'economista Patrizio Bianchi, assessore al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, ricerca e lavoro - che confermano la bontà delle scelte keynesiane da noi adottate di fronte a un contesto mondiale di incertezza senza precedenti. Questo "Patto per il lavoro" è di fatto un "Patto di stabilità" che mette al centro un dialogo sociale continuo capace di attutire gli effetti di aumentati rischi e con cui abbiamo spezzato il paradosso di un'economia inondata di liquidità ma senza investimenti».   A sorprendere è infatti la fortissima accelerazione della propensione a investire sul territorio da parte delle imprese: per ogni euro messo a bando stanno arrivando domande per 5 o 6 volte (un anno fa ci si fermava a richieste di due volte superiori o poco più). 

«Sono dati che raccontano la vivacità del nostro tessuto imprenditoriale, ma anche il rischio di lasciare fuori dalla graduatoria molti progetti di investimento con punteggi alti, che vanno invece incentivati», afferma Maurizio Marchesini,  Presidente di Confindustria Emilia-Romagna. E plaude all'amministrazione regionale per «l'incisività e la velocità di azione, anche nello spendere le risorse Ue»,  ma chiede ora strumenti per allargare a una platea più vasta di imprenditori gli aiuti e accelerare così esponenzialmente il processo di ripresa.  

 

* di Ilaria Vesentini