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Le proposte degli imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna per il futuro Governo

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Le proposte degli imprenditori di Confindustria Emilia-Romagna per il futuro Governo

Creare più occupazione per una società inclusiva, con le precondizioni di una maggiore crescita economica e minore debito.

È l’obiettivo delle proposte degli imprenditori dell’Emilia-Romagna agli elettori e ai candidati alle elezioni del 4 marzo 2018.  Lo hanno dichiarato in un incontro stampa il 28 febbraio a Bologna il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari insieme ai Presidenti di Confindustria Emilia Area Centro Alberto Vacchi, dell’Unione Parmense degli Industriali Alberto Figna, di Unindustria Reggio Emilia Mauro Severi, di Ance Emilia-Romagna Stefano Betti e al Past President di Confindustria Ceramica Alfonso Panzani.

Gli industriali emiliano-romagnoli rilanciano sul territorio il “Progetto Paese” che Confindustria ha presentato alle Assise di Verona del 16 febbraio, frutto del confronto con oltre 10 mila imprenditori e di 14 tappe su tutto il territorio nazionale, tra cui il 7 dicembre scorso a Bologna.

Queste proposte sono condivise dagli imprenditori dell’Emilia-Romagna, seconda regione industriale d’Italia, che nel 2017 ha avuto il primato di crescita del pil insieme alla Lombardia (1,8%) e il saldo commerciale più alto tra tutte le regioni italiane (17,7 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2017).

“Si tratta −  afferma il Presidente regionale Pietro Ferrari −  di un programma di sviluppo di medio-lungo periodo che guarda non solo all’appuntamento elettorale, ma si rivolge al futuro Governo del Paese, nell’auspicio che possa emergere un quadro stabile per i prossimi 5 anni. Le nostre proposte si occupano non degli interessi specifici dell’industria, ma dell’interesse superiore del Paese. In queste settimane, invece, abbiamo assistito a dibattiti elettorali spesso sterili. Per prendere qualche voto in più abbiamo visto la politica fare “marketing” elettorale, allontanando il dibattito dai temi dell’impresa e dell’occupazione che invece richiedono ragionamenti, proposte e programmi a medio-lungo termine.”

Il Paese −  hanno affermato i rappresentanti degli industriali −   ha bisogno di una politica ragionata, per percorrere la strada stretta ma obbligata che dà sviluppo e occupazione, ma nel contempo abbassa il debito pubblico.  E non si può ogni volta mettere in discussione quanto di buono è stato fatto prima, dal Jobs Act al Piano Industria 4.0.

Per questo gli industriali dell’Emilia-Romagna sono convinti che le competenze di chi sarà chiamato a governare siano fattori essenziali per governare il Paese in una fase complessa e delicata come l’attuale.

Dopo le elezioni apriranno un dibattito con il Governo a livello nazionale, e con i parlamentari eletti in Emilia-Romagna: un dibattito fatto di confronto serio su proposte concrete, basato sui numeri, sulle risorse e sugli effetti che le politiche possono generare sulla crescita e sull’occupazione. 

Tre missioni-Paese con effetti quantificati sull’economia reale, tre attori principali, sei assi prioritari d’intervento:  questa è la sintesi della proposta di Confindustria.

I 3 attori sono l’Europa, le imprese, le istituzioni a tutti i livelli di governo,  e  le 3 missioni-Paese sono:  un’Italia che include, attraverso la creazione di opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani; un’Italia che cresce, di più e in modo costante; un’Italia che rassicura, con il graduale rientro del debito pubblico.  Dovranno svilupparsi lungo 6 assi d’intervento:  Italia più semplice ed efficiente −  Prepararsi al futuro: scuola, formazione, inclusione giovani −  Un Paese sostenibile: investimenti assicurazione sul futuro  −  L’impresa che cambia e si muove nel mondo −  Un fisco a supporto di investimenti e crescita e che premia le imprese −  Europa miglior luogo per fare impresa. 

“L’Europa  −  conclude  il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari −  ha un ruolo fondamentale nelle politiche per lo sviluppo, specie per una regione come la nostra profondamente europea nella propria dimensione economica e sociale. Come industriali emiliano-romagnoli abbiamo una preoccupazione sul futuro delle politiche di coesione e sul bilancio europeo post 2020. Ci sono in gioco le risorse con cui le Regioni europee finanziano le proprie politiche per la formazione, gli investimenti e l’innovazione.   Il Governo del Paese deve essere capace di far valere le proprie ragioni e gli interessi nazionali in un negoziato che sarà certamente difficile e complesso. Le notizie che arrivano in questi giorni da Bruxelles, invece, sono tutt’altro che rassicuranti.”

 

Nella foto, da sinistra a destra:

Alfonso Panzani, Past President Confindustria Ceramica
Mauro Severi, Presidente Unindustria Reggio Emilia
Pietro Ferrari, Presidente Confindustria Emilia-Romagna
Alberto Figna, Presidente Unione Parmense degli Industriali
Alberto Vacchi, Presidente Confindustria Emilia Area Centro
Stefano Betti, Presidente Ance Emilia-Romagna